Terza tappa per il blog tour di Una volta è abbastanza, primo libro della saga familiare scritto dalla bravissima Giulia Ciarapica.
Potete già trovare anche la mia recensione QUI
Oggi vi parlo del contesto socio culturale nel romanzo, vi invito inoltre a seguire le altre tappe del blog tour e del review party (in fondo all’articolo potrete trovare tutte le informazioni).
Una volta è abbastanza
Giulia Ciarapica
Rizzoli
Pagine: 365
Uscita: 2 aprile 2019
Prezzo cartaceo: 19,00 €
Prezzo ebook: 9,99 €

Si vive una volta sola, ma se lo fai bene una volta è abbastanza.
L’Italia è appena uscita dalla guerra. A Casette d’Ete, un borgo sperduto dell’entroterra marchigiano, la vita è scandita da albe silenziose e da tramonti che nessuno vede perché a quell’ora sono tutti nei laboratori ad attaccare suole, togliere chiodi, passare il mastice. A cucire scarpe. Annetta e Giuliana sono sorelle: tanto è eccentrica e spavalda la maggiore – capelli alla maschietta e rossetti vistosi, una che fiuta sempre l’occasione giusta – quanto è acerba e inesperta la minore, timorosa di uscire allo scoperto e allo stesso tempo inquieta come un cucciolo che scalpita nella tana, in attesa di scoprire il mondo. Nonostante siano così diverse, l’amore che le unisce è viscerale. A metterlo a dura prova però è Valentino: non supera il metro e sessantacinque, ha profondi occhi scuri e non si lascia mai intimidire. Attirato dall’esplosività di Annetta, finisce per innamorarsi e sposare Giuliana. Insieme si lanciano nell’industria calzaturiera, dirigendo una fabbrica destinata ad avere sempre più successo. Dopo anni, nonostante la guerra silenziosa tra Annetta e Giuliana continui, le due sorelle non sono mai riuscite a mettere a tacere la forza del loro legame, che urla e aggredisce lo stomaco. Giulia Ciarapica ci apre le porte di una comunità della provincia profonda: tra quelle colline si combatte per il riscatto e tutti lottano per un futuro diverso. Non sanno dove li porterà, ma hanno bisogno di credere e di andare.
Il contesto socio culturale
Ci troviamo nei primi anni del dopoguerra, in un arco temporale che va dal giugno del 1945 al maggio del 1965.
Casette d’Ete è un piccolo paese, un po’ chiuso ma con la voglia di rivalsa dopo i tempi bui da poco finiti.
Un paese di calzolai, dove il lavoro è il perno di tutto.
Ma c’è anche la parte piena di sogni, di speranza per il futuro.
La voglia di cambiamento che si scontra con le tradizioni.
Entrambe tangibili nel romanzo.
Un periodo in cui ai bambini di rado è possibile andare a scuola, c’è da imparare il mestiere.
Un contesto che vedrebbe le donne ancora sottomesse ai mariti.
Ma qui ecco una delle cose che ho amato di più di questo libro.
Le donne.
Forti, indipendenti, sognatrici e provocatrici.
Donne che sanno quello che vogliono, che lottano ogni giorno per la famiglia e loro stesse.
Donne che amano, odiano, scalciano e vogliono emergere.
L’autrice crea dei personaggi forti, ognuno con un carattere ben definito e vivo.
La povertà bussa sempre alla porta ma la passione, la creatività e l’innovazione faranno da spiraglio a un futuro forse più roseo.
Non mancheranno certo gli sbagli, quando l’unica soluzione è stringere i denti e ingoiare il boccone.
Così come vedremo i rapporti intrecciarsi e sfilarsi, nel cerchio che è la vita.
Restando sempre attaccati alla famiglia, agli affetti.
In questo romanzo non manca davvero nulla e ogni aspetto e curato e reso reale attraverso la penna di Giulia, la quale so che ha condotto diverse e accurate ricerche.
Questo piccolo paesino di provincia, povero ma con una gran voglia di rivalsa, scalcia per farsi sentire.
E io vi chiedo ancora una volta di dargli la possibilità di farlo entrare nel vostro cuore, perché ne vale la pena, eccome.

Siiiiiiiiiiii grazie infinite lo farò presto. Complimenti per l’articolo 💖💖💖💖💖
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